Aminattou Haidar l'attivista pacifista del Sahara Occidentale, molto stremata per lo sciopero della fame, è tornata a casa. Dopo 32 giorni di
digiuno con l'eccezione di acqua a zucchero, le sue condizioni restano
disperate, ma adesso ha ripreso a nutrirsi e i medici dicono che
potrebbe farcela.
"Questo è un trionfo della diritto internazionale,
dei diritti umani, della giustizia internazionale e per la causa del
Sahara Occidentale", ha detto la Haidar prima di partire dall'aeroporto di
Lanzarote, alle Canarie dove era stata deportata dalle autorità
marocchine il 16 novembre scorso.
Il Marocco risponde con la repressione
Le strade di pietra nel quartiere dove vive a El Aaiún, capitale del Sahara occidentale, sono stati ieri terreno di tensioni, con l'azione della polizia antisommossa e dei marocchini, che sono scesi in strada in forze, adiacente alla casa dell'attivista, per impedire a chiunque di avvicinarsi a lei. A quella invasione c'è stata una reazione da parte dei residenti del quartiere, che hanno risposto lanciando pietre ed è bastato la presenza di un piccolo gruppo di giornalisti per attirare un gruppo di adolescenti gridando Viva Polisario!
Il Marocco risponde con la repressione
Le strade di pietra nel quartiere dove vive a El Aaiún, capitale del Sahara occidentale, sono stati ieri terreno di tensioni, con l'azione della polizia antisommossa e dei marocchini, che sono scesi in strada in forze, adiacente alla casa dell'attivista, per impedire a chiunque di avvicinarsi a lei. A quella invasione c'è stata una reazione da parte dei residenti del quartiere, che hanno risposto lanciando pietre ed è bastato la presenza di un piccolo gruppo di giornalisti per attirare un gruppo di adolescenti gridando Viva Polisario!
La repressione contro i giovani saharawi in festa, è andata avanti tutta la notte in vari quartieri della capitale.
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