16/12/09

1830: muore Simón Bolívar, el libertador.

Nato a Caracas, capitale del Venezuela, da una ricca famiglia spagnola, il 24 luglio 1783 ,Simon Bolivar  era stato educato secondo le idee dell'Illuminismo avendo vissuto in Spagna, visitato gli Stati Uniti, percorso Francia, Italia e conosciuto da vicino la Rivoluzione francese e l'ascesa di Napoleone.
Bolívar riuniva in sè il pragmatismo dei ricchi creoli di Caracas e il patriottismo idealista e lo sforzo illuministico, al fine di conoscere la realtà americana e progettare un futuro politico indipendente.
Si ispirò anche ai principi della rivoluzione nordamericana, scorgendo  però, nella nascente potenza degli Stati Uniti il pericolo di un nuovo imperialismo a danno del Sudamerica al punto di scrivere nella sua "Lettera guatemalteca alla Royal Gazzette del 1815" che "gli Stati Uniti sembrano destinati dalla Provvidenza a piegare con la fame e la miseria l'America intera in nome della libertà."
Dal 1812 in poi partecipò alle prime esperienze rivoluzionarie indipendentiste, scoprendosi valente stratega militare per diventare alla fine il principale protagonista delle  varie guerre di liberazione dal colonialismo spagnolo.
Nel 1819 Bolìvar propose la nascita di una grande nazione, costituita dai territori dell’antico vicereame della Nueva Granata, cioè le attuali Venezuela, Colombia ed Ecuador chiamata Gran Colombia.
Egli fu nominato presidente provvisorio, fino alla conclusione delle guerre di liberazione che portarono prima il Venezuela e poi la Colombia all'indipendenza.
Nel 1824 iniziò la campagna che portò alla liberazione dell'Alto Perù (l'attuale Bolivia). Completata l'opera per l'indipendenza, egli istituì un complesso potere legislativo formato di tre Camere: tribuni, senatori e censori, e un presidente vitalizio che nominava il suo successore. 
Simón Bolívar aveva sognato, la possibilità che i paesi latinoamericani appena resisi indipendenti coordinassero i loro sforzi e costituissero una vera forza nel panorama politico internazionale. Bolívar propose una di unire i territori dell'antico vicereame di Nueva Granada con Bolivia e Perú.
Un'altra sua aspirazione era quello di riunire nell'istmo di Panama tutti i neonati paesi ispanici e di fare un "Congreso Anfictiónico". Tutto questo per arrivare a alla realizzazione di una Federazione che comprendesse tutti i paesi del Sudamerica, con un esercito ed una flotta federali. Una sorta di Società delle Nazioni, i cui punti principali comprendessero la neutralità perpetua, l'inclusione del diritto internazionale nella legislazione di ogni paese, l'abolizione della schiavitù, un'organizzazione democratica interna e sanzioni contro i violatori di questi principi.
Bolívar, fu dunque un eroe romantico, un idealista che lottò non solo per la libertà, ma anche per modernizzare e sviluppare la politica sociale dell'America Latina. I suoi sogni però non si realizzarono.
Infatti, l'indipendenza non fu una vera rivoluzione sociale, bensì il passaggio di consegne dagli spagnoli ai creoli. Le oligarchie locali non vedevano i vantaggi della cooperazione delle tre unità regionali, con pochi legami comuni, e non accettavano neanche il nuovo ruolo sociale e politico degli ufficiali degli eserciti vincitori. Nel dicembre del 1829, Juan Antonio Páez, che comandava il movimento secessionista in Venezuela, ritirò definitivamente il suo paese dalla Gran Colombia. Juan José Flores fece lo stesso con l'Ecuador. Il nome "Colombia" lo conservò la Nueva Granada, con capitale a Bogotá.
A marzo di quell'anno, il Libertador, malato, si dimise e si ritirò verso la costa con l'intenzione di imbarcarsi verso l'Europa. Tuttavia, morì in breve tempo, nel dicembre del 1830, nell'isola di Santa Marta, amareggiato nel vedere resi vani tutti i suoi sforzi.
A 179 anni dalla sua morte, sembra proprio che sia  Hugo Chavez, un'altro venezuelano, l'erede a cui toccherà completare l'opera di Bolivar per la nascita di un nuovo assetto latino-americano.

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