30/10/09

Honduras, trovato un vero accordo?


Giorno di resistenza n. 125 
Sono dovuti passare quattro mesi di grande resistenza popolare, con decine di morti, centinaia di feriti e migliaia di persone fermate e imprigionate, perchè finalmente arrivasse in Honduras una delegazione nordamericana di alto livello, guidata dal segretario di stato per l'emisfero occidentale Thomas Shannon, a cui, come si poteva pensare, gli sono bastati un paio d'incontri per far cedere il golpista Micheletti, ed  obbligarlo ad accettare il ripristino di Zelaya alla legittima presidenza ed al ritorno di tutto il potere esecutivo antecedente il golpe del 28 giugno.  
Ma serviva veramente tutto questo tempo per ottenere (questo si vedrà con la firma di oggi) un accordo che sostanzialmente si basa su quello proposto dal presidente del Costa Rica Oscar Arias?
Non è che gli USA si siano accordati per accompagnare Micheletti nel suo lungo tira e molla per arrivare il più possibile a ridosso del processo elettorare del 29 novembre?

Micheletti ha ottenuto che sia il Congresso a decidere, dopo aver consultato la Corte Suprema,  La quale deve riunirsi per decidere di revocare tutti i provvedimenti riguardanti il golpe di stato.
Non sara facile per Zelaya far tornare alla normalità il paese e nello stesso tempo affrontare una campagna elettorale avvelenata in così poco tempo.




Sempre ieri è stata repressa con violenza una grande manifestazione della resistenza, con circa 50.000 persone radunate a Tegucigalpa, che in aperta sfida ai golpisti sono riusciti a marciare per le strade della capitale e avvicinarsi al Tribunal Superior Electoral,e a dimostrazione che 125 giorni di terrore e brutale repressione da parte dei militari e della polizia, non hanno avuto l'effetto sperato sulla rsistenza popolare.


28/10/09

Camilo Cienfuegos



Per commemorare i cinquant'anni dalla sua scomparsa, tra le tante iniziative, nella famosa Plaza de la Revolución, a La Habana, è stata posizionata la scultura di Camilo Cienfuegos sulla facciata del edificio del Ministero di Informatica e delle Comunicazioni. La vista della piazza adesso offre la figura dell'Héroe de Yaguajay composta dall'artista Enrique Ávila, assieme alla scultura del suo compagno di lotta Ernesto Che Guevara, dello stesso autore e appesa all'edificio del Ministero degli Interni.
foto di Roberto Morejón Rodríguez (AIN)

Nuovamente contro il Bloqueo




Oggi, mercoledì 28 ottobre, all’Assemblea Generale dell'ONU si voterà una nuova Risoluzione contro il blocco imposto dagli Stati Uniti contro Cuba dopo le numerose  manifestazioni di condanna che si sono sentite circa un mese fa dallo stesso podio del massimo organo della ONU, durante il dibattito generale annuale del 64º Periodo Ordinario di Sessioni. Vari leader hanno definito obsolete le misure contro l’isola stabilite 50 anni fa ed hanno condannato questo assedio criminale, reiterando i numerosi reclami che negli ultimi mesi ci sono stati in vari Vertici di Capi di Stato e di Governo. Per il 18º anno consecutivo, si discuterà una Risoluzione presentata da Cuba intitolata: “La necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba”.
Il governo rivoluzionario cubano ha dichiarato in numerose tribune che l’assedio degli Stati Uniti contro l’isola si mantiene intatto e costituisce un’azione di aggressione unilaterale alla quale si deve porre fine in maniera unilaterale.
Il Ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodríguez Parrilla, parlando di fronte alla Assemblea Generale, ha avvisato che il governo nordamericano continua  a non ascoltare il reclamo della comunità internazionale di porre fine al blocco ed ha spiegato che recenti misure annunciate dalla Casa Bianca costituiscono un passo positivo, ma estremamente limitato ed insufficiente. Ha inoltre dichiarato che il presidente Obama conserva ampie facoltà esecutive con le quali potrebbe modificare l’applicazione del blocco, ed ha aggiunto che con una vera volontà di cambio, Washington potrebbe autorizzare l’esportazione di beni e servizi cubani negli USA e da questo paese verso l’Isola, astenendosi dal perseguitare, congelare e confiscare i trasferimenti bancari di terzi paesi indirizzati a entità nazionali cubane.
Ha sottolineato poi, che un buon segnale sarebbe quello di permettere ai cittadini statunitensi, di viaggiare a Cuba, che resta l’unico paese del mondo che non possono visitare. 

Il Ministro ha reiterato la disposizione di Cuba alla normalizzazione delle relazioni con gli Stati Uniti e per sostenere un dialogo rispettoso tra uguali, senza ombre per l’indipendenza, la sovranità e l’autodeterminazione dell’Isola. 
Il blocco nordamericano contro Cuba, dal 1991, ha ricevuto una crescente condanna dai componenti dell'ONU, condanna che l’anno scorso è giunta da 185 Stati, la cifra più alta registrata in tutte le votazioni precedenti. Nell'ultima solo USA, Israele e Isole Palau hanno votato contro.

27/10/09

America Latina si sgancia dal dollaro



Nell'ultima Assemblea Generale dell’ALBA, Alternativa bolivariana per le Americhe, svoltasi a Cumana, Ii Venezuela, è stata ufficializzata la nascita, a partire dal primo gennaio 2010, della nuova moneta chiamata “Sucre”. Si tratta di una moneta inizialmente virtuale, una sorte di sistema unitario di compensazione regionale, e che sarà utilizzata negli scambi commerciali tra i paesi aderenti a questa organizzazione, ovvero Bolivia, Cuba, Repubblica Dominicana, Honduras, Nicaragua e Venezuela più l’Ecuador, ma che in futuro si trasformerà in moneta contante e  a cui potranno aderire altri paesi.
Mente le banche centrali di Brasile e Uruguay hanno firmato, questo venerdì, una lettera di intenti per creare un sistema di pagamenti in valuta locale da applicare agli scambi bilaterali e ad abbandonare il dollaro negli scambi. Gli scambi commerciali tra Brasile e Uruguay è stato di 1.878 milioni di dollari tra gennaio e settembre di quest'anno. 
Compie invece un anno di vita l'accordo firmato da Luiz Inácio Lula da Silva e Cristina Kirchner per far si che gli scambi commerciali, tra le due economie più grandi del continente, si svolgano in moneta locale. 
Non è cosa da poco, visto che 19% di tutte le esportazioni argentine hanno come destino il Brasile, mentre dallo stesso paese arriva il 32% del totale delle importazioni di Buenos Aires.

22/10/09

Uruguay al voto


Il Frente Amplio sembra nuovamente favorito nelle elezioni di domenica e punta ad arrivare alla maggioranza assoluta in Parlamento, quella maggioranza che ha permesso al precedente governo guidato da Tabaré Vázquez, di lavorare spedito e di portare a termine più di 750 progetti, con alcune importanti riforme come quella fiscale, sull'istruzione e la salute pubblica.
L'ex guerrigliero tupamaro Jose "Pepe" Mujica, il candidato alla presidenza del paese, ha a suo favore i buoni risultati ottenuti dal precedente governo di sinistra, ma se da una parte la sua immagine e i suoi modi informali e spontanei attirano molti cittadini, che lo sentono come uno di loro: "il Pepe es como nosotros, es del pueblo", toccherà invece a Danilo Astori, candidato alla vicepresidenza ed ex ministro delle finanze, rassicurare chi, di questo suo modo di essere, invece ne sono spaventati e non lo ritengono preparato ad investire un ruolo così importante.
Mujica, ha dichiarato che, una volta eletto, anche in presenza di una maggioranza assoluta, cercherà accordi sistematici con l'opposizione, specialmente attorno ai quattro punti fondamentali del suo programma: l'educazione, la protezione dell'ambiente, le politiche energetiche e la sicurezza pubblica.


19/10/09

Un americano a La Habana



Il sindaco di New Orleans, Ray Nagin, venerdì è arrivato a Cuba per sviluppare e intercambiare esperienze con il governo cubano ed il sistema di protezione delle catastrofi.

19 ottobre 1960, gli USA impongono il bloqueo a Cuba

Di questi cartelli se ne vedono molti in giro per Cuba, specialmente nei tragitti frequentati da turisti e stranieri in genere. Servono proprio a dare immediata percezione, a chi viene da fuori e si ferma pochi giorni, di quante limitazioni sono generate da quel bloqueo genocida, carenze e problematiche che spesso poi sono utilizzate a discredito dei valori della rivoluzione cubana.

Il popolo cubano invece, lo sa bene quanto gli costa il bloqueo imposto dagli USA, ne subisce le conseguenze sulla propria pelle da quasi 50 anni, con alcuni picchi al limite di vera e propria sopravvivenza, come durante il "periodo Especial" subito dopo il crollo dei paesi dell'est europeo.
Oltre ad enormi difficolta di approvigionamenti  in tutti i campi, in questi quasi 50 anni, Cuba ha dovuto cambiare almeno tre volte la propria tecnologia. Alla vittoria del primo gennaio 1959, la tecnologia meccanica, elettrica, delle comunicazioni, dei trasporti e via dicendo, era quasi totalmente nordamericana e con l'imposizione del bloqueo, vengono meno le disponibilità di pezzi di ricambio e Cuba si trova obbligata a trovare nell'URSS e nel Comecom, i suoi quasi unici soci commerciali. Questo la costringe quindi a ripiegare anche su un'altro standart tecnologico. Dagli anni novanta poi vengono a mancare in gran parte, le commesse commerciali con l'est, che erano ben l'85% di tutto il commercio cubano. Nuovamente le tecnologie debbono essere sostituite, in gran parte, con quelle europee e giapponesi, mentre ora, si affacciano come fornitori le nuove potenze economiche.

15/10/09

Thomas Sankara



Il 4 agosto 1983, in uno dei paesi più poveri dell'Africa, l'ex colonia francese della Repubblica dell'Alto Volta, incomincia l'esperienza rivoluzionaria di Thomas Sankara. Il paese prenderà il nome di Burkina Faso, "la terra degli uomini integri", e tenta una via autonoma di sviluppo con il forte coinvolgimento delle donne. Sono costruite scuole, centri di pronto soccorso per gli ammalati, dighe  pozzi per consentire ai contadini di irrigare i campi e arrivare ad una autosufficenza alimentare.

Il 15 ottobre del 1987 un colpo di stato, per mano dell’attuale presidente Blaise Compaoré, 
all’epoca, grande amico e suo braccio destro, metteva fine alla vita di Thomas Sankara e all’esperienza rivoluzionaria che rappresentava allora il Burkina Faso per tutti i popoli dell’Africa.


Il paese ripiomba nella miseria: bambini falcidiati da fame e malattie curabili, il debito estero sempre più assillante, il saccheggio delle risorse naturali da parte delle multinazionali. 
Pochi giorni prima della morte aveva affermato: “Abbiamo provato che è possibile eliminare lo sfruttamento, uscire dalla miseria e costruire la felicità per tutti. Quelli che vivono nel lusso sfruttando gli altri ci hanno combattuto e continueranno a farlo. Voi avete di che nutrirvi, ma se la popolazione è nella miseria e continua a restarci, un giorno vi impedirà di mangiare tranquillamente…”

Giornata mondiale dell'alimentazione





Il 16 ottobre più di 1 miliardo di persone avranno poco da celebrare, sono quelli che soffrono la fame secondo i dati FAO, il 9% in più rispetto all'anno scorso.
Il progetto «primo obiettivo Onu del Millennio» che aveva come target il ridurre del 50% gli affamati del mondo entro il 2015, ormai è carta straccia, non solo non si è riusciti a ridurre o fermare la catastrofe, ma al contrario, continua aumentare.

Si calcola che ogni sei secondi un bambino muore di fame, ma questo scandalo potrebbe facilmente essere eliminato se tutti i governi intervenissero in modo determinato. Secondo Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid «basterebbe seguire le politiche adottate dai governi del Brasile e della Cina, oppure alcune buone esperienze come quelle del Ghana, del Vietnam e del Malawi».
E non si tratta solamente della crisi economica mondiale, segnali evidenti c'erano già prima della crisi, ma le grandi potenze avevano un compito assai più prioritario: salvare le loro banche.

14/10/09

Honduras, ultimo atto?



Oggi, mercoledì 14 ottobre, si riunisce nuovamente la tavola dei negoziati in Honduras, tra i rappresentanti del depostopPresidente Manuel Zelaya e i rappresentanti del governo golpista.

Dovrebbe essere il giorno fatidico visto che in agenda resta un solo punto: la restituzione  allla guida del  paese del legittimo Presidente Costituzionale. Domani inoltre, scade il tempo che Zelaya aveva concesso per i negoziati, ritenuta ultima data utile al suo ritorno per poter poi affrontare le nuove elezioni.

Conferenza stampa di Betty Matamoros



HONDURAS: Frente Nacional Contra el Golpe de Estado in Italia

altri video con Betty Matamoros in Italia:
- L'Assemblea Costituente - La resistenza pacifica - L'ALBA

http://www.youtube.com/user/resistehondurasita

07/10/09

Posada Carilles, libero artista in MIami




Il noto terrorista Luis Posada Carriles, a 33 anni dall'attentato ad un aereo civile cubano, a suo modo commemora l'anniversario con esposizione e vendita dei propri quadri, nella galleria CubaOcho di Miami.
Era il 6 ottobre del 1976 quando, a seguito di due esplosioni a bordo, l'aereo precipitò in mare con 73 persone a bordo, al largo delle Barbados. Non ci furono superstiti.
Arrestato e giudicato in Venezuela per essere l'ideatore ed il mandante dell'attentato, riusci poi a fuggire all'estero e nonostante la richiesta di estradizione da parte del Venezuela, adesso
vive tranquillamente a Miami.
Una vita intera da terrorista, che comprende, per sua stessa ammissione di esserne il mandante, gli l'attentati esplosivi negli hotel cubani dove ,in uno di questi, morì l'italiano Fabio Di Celmo.

Ella no murio, solo cambio su estado fisico a uno espiritual, todo cambia

04/10/09

CUBA - USA: eppur si muove / 2



Un altro granello di sabbia del "nuovo corso" di Obama nei rapporti con Cuba.
La SINA, la sezione d'interessi statunitense a La Habana, inizia a prendere le distanze dai "dissidenti", per cominciare a smussare i contrasti con il governo cubano, che invece li considera come mercenari al soldo del nemico.
Un segnale, si rileva dall'ultimo ricevimento offerto dalla diplomazia USA nella sede avanera, dove per la prima volta in dieci anni sono stati invitati intellettuali e artisti cubani invece dei noti dissidenti.
La politica dei precedenti rappresentanti della SINA, specialmente da parte di James Cason, (nella foto con la "dissidente" Martha Beatriz Roque, leggendo un comunicato) finora era stata concentrata nel dare pieno appoggio politico e logistico a questo variegato gruppo della dissidenza. Lo stesso Cason riconosceva pubblicamente che la sua intenzione era quella di incrementare i piani della controrivoluzione con la quale -ha detto- veniva preparata “la transizione".
Sembra che si comincia a rendere conto che questa politica aggressiva e provocatoria non ha dato i frutti sperati, e che questi gruppi che si sono formati, più che composti da dissidenti politici, si siano in realtà composti da opportunisti che hanno fatto della dissidenza un vero e proprio lavoro.
I dissidenti, temendo di essere abbandonati dopo tanto corteggiamento e notorietà, sono delusi e arrabbiati, e denunciano che anche l'Unione Europea è da molto tempo che non li riceve e cha alcune ambasciate europee hanno cessato di prestare accoglienza e logistica.

01/10/09

Pugno di ferro in Honduras



La sospensione delle garanzie costituzionali cominciano a farsi sentire nel paese: sono state chiuse le sedi dei principali media schierati apertamente contro il colpo di stato, Radio Globo e la televisione Canal 36, smontando e prelevando apparecchiature e antenne di trasmissione.
Davanti alla sede di Radio Globo, sono dovuti intervenire con la forza in più di 500 uomini tra polizia e soldati, per reprimere e disperdere una grande folla che si era radunata nell'intento di proteggere l'emmittenza. Questa resistenza ha permesso però all'annunciatore Rony Martínez e al direttore David Romero di scappare, insieme ad un tecnico, scavalcando un muro di cinta durante l'operazione militare.
Burlandosi di tutta la repressione e correndo seri pericoli, sono poi riusciti a tornare a trasmettere almeno per via internet, a questo indirizzo: www.radioglobohonduras.com

Libertà di stampa


“La Giunta Esecutiva della Federazione della Stampa Italiana, ha confermato la manifestazione per la libertà di informazione, per una stampa che non vuol farsi mettere il guinzaglio da nessuno, che si terrà a Roma il 3 ottobre prossimo, in Piazza del Popolo, con inizio alle 15.30. La manifestazione è aperta a tutti i cittadini e, per questo, la Fnsi ha rivolto un invito ad aderire soprattutto alle forze sociali, sindacali, associative del Paese.

www.fnsi.it